Tuesday, March 15, 2011

Uner What Temperature Can Herpes Virus Survive?

No crucifixes in public places. Solidarity with Luigi Tosti

Luigi Tosti faceva il giudice di pace. Ora è senza lavoro e senza stipendio. Il motivo è che la Cassazione, l'estremo tribunale italiano, ha legiferato che il crocefisso, solo il crocefisso, deve essere affisso nei tribunali. Luigi Tosti invece si era rifiutato di giudicare finché il simbolo, che rendeva diseguali i cittadini davanti alla legge, non fosse stato tolto da tutti i tribunali italiani. Nei prossimi giorni l'Europa deciderà in proposito. In un mondo multietnico non si capisce perché un musulmano od un ebreo debba essere giudicato sotto una croce. Questa si chiama religione di Stato e noi invece siamo uno Stato laico, anche se con forti connotazioni cattoliche, che nessuno discute finchè non ci vengono imposte.

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March 17, 2011. I do not feel this Italian Italy. Long live the Unity of Italy 150 years


In un'Italia come quella di oggi festeggiare i 150 anni della sua unità può creare fraintendimenti. In un'Italia dove le stesse parole 'Forza Italia', 'Partito della Libertà', 'Circoli della libertà', Partito dell'amore', la Padania, la democrazia e quant'altro sono parole vuote o sono state usurpate del loro significato, festeggiare l'unità d'Italia appare confuso. Io festeggio l'Unità d'Italia, con la 'U' maiuscola, dove per Unità non intendo il primeggiare di una nazione su un'altra, ma solo un'appartenenza e una difesa delle buone tradizioni ed istituzioni che sono state conquistate e ci appartengono. Perché if the struggles to get those 150 years have resulted in this Italy which is stupid in the eyes of all there is nothing to celebrate.

Monday, March 14, 2011

High Hematocrit Level In Canines

Ivory Coast on fire


The Ivory Coast is heading towards a period of turbulence and is already in place the beginnings of civil war that does not bode good. Of course, here we did not know anything and just talking about countries that have more to do directly with our reality, as the African nations of the Maghreb. I in Ivory Coast I lived there seven years, from 1994 to 2000, when he was the third richest African nation before exporting the International Cocoa and second in coffee 'robust' world. There I had decided to live for those flows of the strange fate that makes you choose a place rather than another, I opened my import-export company, two restaurants, continuing to do freelance journalist, and I are also married by three children. In 2000, however, at the beginning of the first coup, I decided to return to Italy because I could see more prospects for me and my family. Today the situation has deteriorated and is moving towards civil war, although there are 6,000 UN peacekeepers to separate the contenders, which is not difficult to understand what we are doing. We start, perhaps, to a fate such as Liberia or Sierra Leone a few years ago, if Failure to act now to stop signs of barbarism. There is an ethnic minority, the Bete, who with President Gbagbo is not elected, he wants to stay in power by force, against President Vincent Ouattara, which is more the people of Northern Ireland, one of the mostly Muslim Djoula, and that is been recognized worldwide as the real winner of the last elections. Who but the greatest number of people and has always held power since independence from France in 1960 with Houphouet Boigny, is the Akan group, which currently can not go back to the limelight, and leave it for fear of arrogant guy. Gbagbo's men, who say they left, organized death squads, have killed women and children in peaceful demonstrations and go from house to house to kill the opponents, a dimension inimaginabile only a few years ago. From information we have from my wife's relatives, who fled in a small village in the country of origin (a little 'how our displaced than once in the last world wars, ranging from cities in the countryside where the peasants they always had something to eat in the farmyard), the situation is very serious. My wife and I are trying to organize something to help those we can in the country, in some way inform international opinion and invent something out of this status quo. For now, who wants to participate can make donations sul conto corrente 40843039, intestato a Brindisi Antonio, causale 'Per la pace in Costa d'Avorio', dando così vita ad un vero e proprio Comitato, e farsi avanti per qualsiasi altra iniziativa od idea. Il 10 marzo 2011 volevo mandare i primi soldi ma non mi è stato possibile: l'unico modo per inviarli anche in zone di guerra, la famosa 'Western Union', in Costa d'Avorio ha smesso per ora di funzionare a causa della crescente insicurezza generale. Un brutto segno. Se non riuscirò ad inviare niente, forse andrò direttamente io uno di questi giorni, passando per il Ghana. Sin d'adesso ringrazio chi si farà avanti, anche solo per sensibilizzare sulla situazione in tutte le sedi possibili. La mia e-mail è ilgorgon@libero.it and my mobile phone 3479372251. Work in Côte d'Ivoire in Abidjan and my experience and around you can find them on my blog http://www.ilgorgon.blogspot.com/ .


"The worried look around the world has focused for weeks on events in North Africa. This, unfortunately, is passing almost unnoticed by the tragedy that we are living in the western part of the continent, in Costa d'Ivoire, where once again the people are paying with blood for mad struggle for power of two politicians, the outgoing president, Laurent Gbagbo, who does not want to go, despite its sfidante, Alassane Dramane Ouattara, abbia vinto - almeno sulla carta - le ultime elezioni. All' UNHCR 1 (l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) non resta dunque che contare i 370mila sfollati, ad Abidjan e nell'ovest del paese, oltre che i 76.956 rifugiati già in Liberia. In tutto, oltre 500mila persone costrette a scappare dal loro paese, per sfuggire alle violenze scatenate dalle due fazioni. Scarse risposte all'appello. Lo scorso 14 gennaio, l'Agenzia dell'Onu ha lanciato alla comunità internazionale un appello per 46 milioni di dollari necessari a far fronte al flusso di rifugiati in Liberia. Finora di milioni ne sono arrivati solo 5. Altri 13 milioni sono stati promessi dai donatori, ma al momento solo promessi. La situazione sta però inducendo l'UNHCR a lanciare un nuovo appello per la prossima settimana, nella speranza che stavolta la risposta dei governi e dei donatori internazionali sia più generosa. La capitale sempre meno sicura. Continuanointanto a deteriorarsi le condizioni di sicurezza ad Abidjan. Di 30 feriti e 3 morti è il bilancio degli scontri del 6 marzonel distretto di Abobo e del giorno successivo nel distretto di Cocody. Posti di blocco presidiati da uomini armati continuano a rendere pericolosi gli spostamenti intorno alla principale città del paese, un danno per tutta la popolazione. Dove possibile, l'UNHCR continua a prestare assistenza, spesso attraverso le Ong locali. Intorno alla città sono stati individuati finora 20 luoghi dove si sono concentrati ingenti quantità di sfollati. In alcune di queste località, il numero e le necessità della popolazione sono ancora in corso di accertamento, ma è certo che c'è urgente necessità di cibo e farmaci. La violenza dilaga in tutto il Paese. Divampata nelle regioni occidentali e sembra estendersi anche a quelle centrali e sud-orientali. Si hanno testimonianze, tra la gente in fuga, di tentativi di impedire questi spostamenti e di abusi fisici, stupri. Come ha raccontato agli operatori UNHCR una ragazza di 21 anni, riuscita a fuggire in Liberia con suo figlio di due anni, dopo essere stata picchiata dai ribelli per aver resistito a un tentativo di stupro. E sono sempre di più i rifugiati arrivati in Liberia che riferiscono to be involved in gun battles during the flight. Some of them were forced to find shelter and spent the night in the bush. With these new flows, UNHCR plans to update its operations in Liberia and adjusting the budget to prepare to assist up to 150 thousand refugees. The causes Deila crisis. ll outgoing President Laurent Gbagbo on March 7 last year, issued a decree for the nationalization of the entire supply chain of cocoa (of which Côte d'Ivoire is the world's largest producer). The decision in an attempt to answer that Gbagbo calls "the financial asphyxiation," set by his rival took office in the government of the country. Maneuvers, this one Ouattara, with which the new president, supported by much the international community, it attempts to force Gbagbo to leave power. So far - backed by the UN, the African Union, the European Union and the United States - Ouattara was able to put in difficulty by imposing Gbagbo, until 15 March, the ban on exports of coffee and cacao, from which the State of Côte d'Ivoire derives a large part of revenue in currencies estere.La reaction cooperative of cocoa. The ban was generally respected by the exporters, most of which are multinational corporations (Cargill, CEMO, Saco). But it has provoked very vigorous in particular by co-production of cocoa, which have an annual output of around 1.3 million tonnes. To arginare gli effetti politici ed economici di questo divieto, l'amministrazione Gbagbo ha deciso di conferire allo Stato l'esclusiva sulle operazioni di acquisto - presso i circa 700 mila produttori agricoli, la maggior parte dei quali nel sud del paese - e di esportazione del cacao e del caffè, sequestrando anche gli stock (tra 250 e 500 mila tonnellate) bloccati nei porti di Abidjan e San Pedro. Le banche chiudono gli sportelli. Alcune banche hanno chiuso i loro sportelli "per motivi di sicurezza", operazione condivisa da molti altri istituti finanziari. Il risultato è che l'intero sistema finanziario ivoriano, risulta sempre più isolato dal contesto internazionale, rendendo ancor più difficile la vita di molte famiglie. Si tratta di cittadini che, tra l'altro, non riescono più a ricevere aiuti dall'estero tramite il servizio di money transfer". (La Repubblica-11.3.2011)